venerdì 27 giugno 2008

Acqua di fonte, acqua minerale o acqua del rubinetto?

Gli italiani sono i più grandi consumatori europei d’acqua minerale, qualche post fa sul consumo consapevole, ho consigliato di bere acqua del rubinetto invece che d’acqua minerale, questo perchè spesso abbiamo delle buone acque del rubinetto in molti casi superiori in termini di qualità ad alcune acque minerali e perchè spesso il costo superiore del 500% in più non giustifica il loro acquisto, mi hanno scritto in particolar modo Claudia M. e Antonio G. ho deciso di riassumere le loro domande.

Fa bene bere un bicchiere d’acqua al mattino?
Vero. Durante il sonno il nostro organismo perde acqua, pertanto è consigliabile al mattino bere un bicchiere d’acqua per reidratarsi. Chiaramente è possibile aspettare la prima colazione per una bella tazza di thè. Consiglio di lasciare aperto il rubinetto un po’, al fine di non consumare acqua che è rimasta nelle canalizzazioni durante la notte.

È vero che non va bene utilizzare l’acqua calda del rubinetto per utilizzarla in cucina?
Vero
. Une temperatura elevata favorisce la dispersione dei metalli (come il piombo presenti nelle canalizzazioni) pertanto come per cuocere pasta e verdure è consigliabile scaldare acqua a freddo.

Il ghiaccio si conserva all’infinito?
No. Falso In genere i nostri frigorifero non raggiungono temperature basse molto alte e spesso oscillano a seconda della temperatura esterna, pensate in questi giorni con 38 gradi, l’acqua è un alimento che si altero come un altro, per tanto e consigliabile rinnovare ogni tanto la vaschetta del ghiaccio in frigorifero.

L’acqua del rubinetto ha lo stesso gusto dappertutto?
No , falso
. Nonostante si dica che l’acqua non ha gusto non è vero, il gusto viene dato dalla sua origine geologica, l’acqua la si preleva da falde sotterranee che attraversano rocce la lasciano all’acqua delle piccole particelle di cui sono composte, dal momento che la composizione di queste rocce varia, di conseguenza varia anche il gusto dell’acqua. Acque ricche di magnesio, acqua ricche di calcio ciascuno di questi minerali e di oligoelementi possono conferire all’acqua un gusto diverso, dal dolce al salato dall’amaro all’acido o acqua a seconda poi sei sali disciolti delle zona di erba tagliata, di pesce, d’alga o di medicinali.

L’acqua del rubinetto contiene sali minerali?
Si, vero abbiamo detto che l’acqua si carica del contenuto delle rocce o terreni che attraversa, quindi e ricca di sali minerali e di oligoelementi in concentrazioni diverse. L’equilibrio di sali minerali è fissato dalle norma sanitarie che tutti i comuni sono tenuti a rispettare e che garantiscono che un acqua sia potabile oppure no, in modo che non abbia conseguenza negative sull’organismo.


Cos'è acqua del rubinetto?
Affinché un'acqua possa essere considerata potabile, dev'essere priva di colore e di odore, chiara e fresca. Un acqua che deve risponde a determinati requisiti per essere potabile naturalmente o tramite trattamento deve rispondere a delle norme di qualità che annovera più di 64 criteri da quello chimico-fisico, batteriologico e gustativo, sottostare alla direttiva CEE 80/778, non presentare indici chimici di contaminazione. Per garantire i valori prescritti dalla legge, l'acqua viene controllata a determinati intervalli, dagli esercenti delle centrali idriche e dall'unità sanitaria, laboratorio per analisi dell'acqua e laboratorio biologico provinciale. A secondo della grandezza della rete di distribuzione i controlli vengono effettuati ad intervalli temporali più brevi . Per rendere a volte le acque potabili in particolare quelle superficiali che vengono da bacini tipo laghi e fiumi, si utilizzano sostanze come cloro e ozono e l’acqua viene poi decantata, filtrata e controllata. Alcune nozioni di Acqua, Acqua minerale e Acqua Potabile

Cos'è acqua di fonte?
La sorgente rappresenta una via attraverso cui avviene la fase di sgorgo della falda acquifera. La sorgente può essere definita perciò come un punto della superficie terrestre ove viene alla luce, in modo del tutto naturale senza essere estratte artificialmente dal suolo. Qualora si trovasse una sorgente è importante fare un analisi prima di un uso potabile in quanto si deve valutare se tali acque siano venute in contatto con fonti d' inquinamento.

E voi che acqua preferite?

sabato 21 giugno 2008

Obesità il parere di Xavier Leverve

Durante la presentazione di un libro a Parigi, ho incontrato Xavier Leverve, considerato uno dei ricercatori più interessanti dell’INRA, il pubblico ha posto delle domande e lui ha risposto, ho deciso di riportare domande e risposte , perché contribuiscono in qualche modo a riflettere sul il tema dell’obesità e in particolare a tutti quei prodotti nuovi che arrivano sul mercato con meno grassi, meno zucchero e meno sale e alla loro utilità in termine di prevenzione dell'obesità.

Quali alimenti dovranno essere promossi per la salute e quali dovreanno essere vietati in futuro?
La questione non è in questi termini. Il meccanismo dell’alimentazione è piuttosto complesso, al di la del marketing delle aziende e dei continui messaggi per un alimentazione diversa, non è cosi facile mangiare con meno grassi e con un gusto meno dolce e meno salato. Come tutti i comportamenti importanti per la sopravvivenza della specie, il comportamento alimentare presenta dei forti contrasti. Non si può negare che siamo portati verso i cibi dolci, grassi e salati, perché penso che sono biologicamente necessari.

Quindi che cosa si può fare nella lotta contro l'obesità?
L'obesità che stiamo vedendo ora è un fenomeno senza precedenti nella storia dell'umanità, ma la fase abbondante di cibo non spiega tutto. I cambiamenti globali nel nostro stile di vita hanno un impatto anche sul sovrappeso, il problema va visto nella sua interezza perché riguarda sia le nostre energie spese (trasporti, riscaldamento) che il nostro modo di alimentarci.

Pertanto, il nostro comportamento cambierà?
Credo che non dobbiamo separare quello che mettiamo nel piatto dal nostro ambiente. Un alimento come il lardo o il guanciale giudicato negativo per la salute, ma se si mangia tre o quattro volte l'anno, non intacca assolutamente la nostra salute mentre per assurdo invece il pane che è un cibo quotidiano può essere più pericoloso perché richiama altri alimenti come (formaggio, salumi, ecc) . In generale, non mi piace questa modalità di classificare cibi buoni o cibi cattivi, demonizzando alcuni e santificandone altri, dipenda da tanti fattori, quantita, qualità, contesto, dobbiamo mettere qualsiasi alimento nel rapporto tra salute e la nutrizione e dargli un contesto più ampio. Il modo migliore per bruciare grassi, non è privarsi dei grassi, ma di bruciarli con una prolungata contrazione muscolare, in altre parole un’ attività fisica. Soprattutto fare movimento, cambia completamente il rapporto tra il cibo e la nostra salute. Viviamo in una società che si muove verso la comodità, quindi a un ridotto consumo d’energie, mentre la nostra alimentazione ha subito un evoluzione diversa, pertanto bisogna trovare un equilibrio e porre l’attenzione sia sul movimento fisico che su proprio modo di alimentarsi.

Per esempio?
Nella nostra attuale visione della società di oggi, è caratterizzata dall’ aumento del tempo libero e la riduzione del tempo di lavoro, bisogna che si educhi all’uso ragionevole del tempo libero, che ci siano maggiori impianti sportivi in città a titolo gratuito, se vogliamo riconciliare l’alimentazione e la salute, dobbiamo cambiare qualcosa nella nostra visione della società. E non solo trovare il cosiddetto "metodo" o rimuovere un po 'di grasso.

Come si può fare per dare a tutti la possibilità di mangiare "cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, visto l'andamento dei prezzi?
Arricchire la dieta di frutta e verdura è certamente utile, ma questi prodotti sono sempre più costosi. Per superare questo limite economico, si dovrebbe tornare al consumo stagionale. Prima della globalizzazione, abbiamo mangiato ciò che c’era vicino a noi, le mele e le pere in inverno, altri frutti in primavera. Per essere sani, il nostro corpo non ha bisogno di consumare tutto in ogni momento: lui sa come memorizzare gli elementi di cui ha bisogno. Inoltre, le verdure hanno le stesse proprietà sia fresche congelati o in scatola. Se l'industria alimentare riescono a rendere i loro prodotti gustosi come fresco, ovviamente senza ricorrere a sostanze nocive, ma con maggiore tecnologia questa catena verrà interrotta.

Nel secolo della globalizzazione, tutto il pianeta sarà a dieta?
Probabilmente si. L’obesità apparve prima negli Stati Uniti, poi in Europa ora in Asia . Con l'eccezione della Corea del Sud e Giappone (dove il cibo è molto poco grasso), la maggior parte dei paesi, stanno modificando la loro dieta. Quando il tenore di vita di una civiltà cresce, si inizia sempre da mangiare di più. Così in Cina, non c'è più chic di oggi che offrire un bicchiere di latte da bere ... Il problema è che gli asiatici hanno una tradizione di mangiare 24 ore su 24 e in una situazione d’abbondanza, c’è il rischio di un forte incremento dell’obesità.

Come si evolverà il nostro rapporto con il cibo?
Se il piacere di mangiare si sta rivelando troppo dannoso per la nostra salute, dobbiamo gradualmente tornare alla ragione, e spostare altrove il nostro piacere Oggi, il nostro ambiente e la scarsa qualità di alcuni alimenti contribuiscono a fare di noi malati. Ma scommetto che ci adegueremo spontaneamente in un altro modo di alimentarsi più equilibrato ... Come le persone hanno fatto tutto il tempo! I Inuit mangiavano solo proteine animali e grassi, e pochissimo frutta e verdura. Mentre nelle regioni povere in Asia, mangiano solo riso, verdure e mai proteine animali ! e le loro società sono durate millenni .Ciò dimostra la capacità della nostra alimentazione di trovare un compromesso tra le esigenze metaboliche e ambiente nel corso dei secoli.

E la nozione di piacere, cosa succederà?
Mangiare sano ed equilibrato e non impedirà il gusto di volta in volta da un bicchiere di cognac o un piatto raffinato!

venerdì 20 giugno 2008

Comunicazione il caso Recoaro: liscia, gasata o veneta

Il dilemma è meglio essere qualcuno in un posto ben preciso o uno dei tanti in tutto il mondo? E’ questo che sembra si siano chiesti il gruppo dirigente della Recoaro e hanno scelto di essere un brand noto e importante nella loro zona d’origine. Una scelta molto criticata ma che secondo me ha delle sue motivazione e ragioni sia in termini di scelte imprenditoriale che di marketing e di comunicazione.

Spesso mi capita di essere contattato da aziende che aspirano al sogno di essere conosciute in tutto il mondo, quando gli prospetto che visto le reali possibilità dei loro prodotti, e delle potenzialità dell’azienda è bene che limitino il loro agire all'interno di un mercato ben preciso, al raggiungimento di obiettivi pochi reali e possibili, vengo guardato con stupore e disapprovazione, ma rimango sempre dell’idea che non si può essere qualcuno al mondo se non sei nessuno da dove provieni.

Ci sono delle aziende che hanno una rilevanza molto forte a livello locale e hanno quote di mercato più alte dei concorrenti nazionali e internazionali, ma la loro posizione rimane inattacabile nonostate i tentativi di acquisire quote di mercato, questo perché hanno saputo dialogare con i propri consumatori in modo costante e continuo.

Per dare rilancio al brand il gruppo San pellegrino ha deciso di puntare sulle leva della comunicazione facendo pubblicità sui media del triveneto sullo spirito di località “made in veneto” dal claim “Acqua recoaro, un tesoro della nostra terra” e giocando con il dialetto veneto. È stato colto lo spirito giusto di un territorio fortemente ancorato alle sue tradizioni e origini.

Questa scelta si è rilevata vincente perché si tratta di un lavoro perseguito nel tempo che ha visto l’azienda sempre in prima linea nei progetti di conservazione del patrimonio naturale e ambientale, protagonista nell’attività sportiva amatoriale e professionista, è stato tra i grandi contributori di progetti legati al mondo della cultura, dell’intrattenimento e dell’enogastronomia, tanto da divenire un marchio a garanzia di affidabilità degli eventi del Veneto ed in particolare della provincia di Vicenza. La comunicazione non si improvvisa, deve fare parte di un percorso d’evoluzione dell’azienda che proprio per essere leader nel suo territorio ha ampliato la gamma della sua acqua minerale segmentato l'offerta per canale distributivo (bar, ristoranti, chioschi, casa) e occasione di consumo con formati differenti (dal litro al mezo litro), e nuove referenze come gingerino, acqua tonica, acqua brillante . Il mio vuole essere un invito alla comunicazione locale e a livello imprenditoriale a ragionare per area e non vedere il mercato come un unica grande categoria.

domenica 15 giugno 2008

Il caffé e la comunicazione: oscuro oggetto del desiderio

Il mondo della comunicazione del caffé è cambiato, si è lasciato alle spalle il rapporto di convivialità e familiarità con il consumatore per entrare nell'immaginario del mondo del lusso e dell’esclusività. Un cambiamento non solo d'immagine ma anche di strategia di produzione e di marketing, d’altronde il mercato del caffé attraversava una fase di maturità, la conoscenza del prodotto nelle famiglie italiane era completa, non restava che innovare cosi le aziende si sono concentrate sul caffé in versione capsule e nelle produzioni d’alta gamma. Sono nati i sommelier del caffé, che come nel vino e poi nel cioccolato, educano al consumo e alla degustazione. I luogo di consumo si sono trasformati in boutique, le macchine di caffè multi accessoriate hanno sposato il nuovo design, la comunicazione verbale si esprime con “parole”come eccellente, sublime, paradisiaco evocando un universo da prodotto d’elite.

Tutto lascia credere che ci sia stato una ricerca verso la qualità con la migliore selezione delle miscele e la nascita dei crù. Il realtà c'è stato un miglioramento tecnologico che ha permesso di ottenere un caffé, anche da miscele mediocri, cosi il caffé ha perso la sua dimensione popolare rappresentato dalla moka per entrare nel mondo dei super profitti rappresentato dalle capsule. Il caffé è un mercato ad alta attività di marketing, di comunicazione pubblicitaria, che puntano a conservare le quote di mercato (3 aziende hanno il 70% del mercato) e sono il tramite indispensabile per mantenere ed accrescere la visibilità e il valore del brand. Cosi le aziende si sono impegnate in attività di estensione del brand come le formule franchising es Illy caffè , Vergnano Caffè 1882, il caffé di Roma Lavazza, Segafredo zanetti e in attività di co-marketing e di sviluppi di nuovi prodotti che hanno come base il caffé come Illyliquore (Illy + Campari), I Piaceri del caffè (Lavazza), sempre Lavazza con Ferran Adria, presentano ricette che hanno come base il caffé (caviale di caffé, mousse) in studio una linea di caffé gourmand nei ristoranti. Formule di estensione del brand come la presenza di spazi alla Fiera del Mobile e alla Triennale.

L'immagine nuova ha attirato l’attenzione dell’industria cosmetica: G.Armani e Sephora hanno presentato una collezione di rossetti dedicati al caffé (macchiato, ristretto, granita) Themis propone una crema per il corpo al caffé biologico, Thierry Mugler (A*Men) un profumo al caffé per il risveglio dei sensi . L’aroma del caffé ispira anche il settore delle bevande i bar offrono caffé aromatizzati. Sono tornati in auge sciroppi, caramelle, creme, yogurt, dolci, biscotti all’aroma del caffé, pavesini al caffé. Coffee time, il caffé si consuma in tutto l’arco della giornata anche se c’è una netta prevalenza di consumo al mattino e dopo il pasto, c'è qualcuno che sta pensando a una five o clock coffee come per il the, da fare in tutti i bar e pasticcerie.

Ogni giorno nei pubblici esercizi si servono circa 71 milioni di tazzine.Tanti caffé ma poco buoni è questo il giudizio della ricerca svolta dall’Istituto internazionale assaggiatori caffé (Iiac) in collaborazione con il Centro studi assaggiatori che ha testato 811 bar divisi in 16 regioni. L'associazione italiana degli assaggiatori di caffè ha dichiarato che l'82% dei caffé serviti nei locali pubblici è di bassa qualità. Lavazza il mese scorso non è più presente in Esselunga causa la scarsa rotazione del prodotto secondo alcuni, la mancanza di un accordo commerciale secondo altri. Anche perchè con le capsule l'azienda vende direttamente al cliente, scavalcando la distribuzione.

Il caffé ha perso quella che era il suo carattere di familiarità e convivialità, ma sta perdendo il dialogo con i suoi consumatori, di fronte al miglioramento presunto delle selezione della qualità del caffé, la qualità media scende, ma questo alle aziende non interessa di fronte ad un mercato globale in espansione sono portate a trascurare e sottovalutare il dialogo locale con in consumatori. Si è creato un vuoto tra percezione dell’immagine del caffé familiare e conviviale e la nuova immagine legata all’esclusività e al lusso che rischia di essere colmata da un nuovi competitor.

Nonostante i proclami di lusso esclusività e compatibilità con l’ambiente delle aziende del caffè nessuno parla delle capsule e del loro smaltimento , eh si come riciclare miliardi di capsule? 250 gr di caffe in cialde inquina più di dieci volte del semplice pacco da 250 grammi, alcuni esempi per un uso di riciclaggio: Homeespresso, Ecoespresso, Ecopad daltronde quando si è cosi esclusivi volete che ci si interessi di quanto si inquini e di quanta Co2 si immette nell'atmosfera!arrangiatevi!

Notizie sul caffè nel sito Caffe.it

giovedì 12 giugno 2008

Le alternative: sostituire il succo d'arancia nella prima colazione

Inauguro una nuova rubrica, in genere sono domande che mi vengono poste per email, ho deciso di rendere pubbliche qualcuna. Una delle mie più fedeli lettrici è Anna Hofer che ha uno splendido maso in Val Pusteria, mi chiede "La mattina ho la buona abitudine di farmi una bella spremuta d'arancia ma nella stagione tardo primavera e durante l'estate faccio fatica a trovarne di succose e buone, e sono piuttosto care. Ho provato ad acquistare spremute già pronte ma non mi hanno soddisfatto per nulla, o perchè acquose o perchè molto acide, puoi darmi un consiglio su un acquisto di spremuta già pronto o un alternativa alla spremuta di arancia?"

Come è noto il latte o i suoi derivati, i cereali, la frutta , fanno parte della composizione ideale per una prima colazione equilibrata. Non devi rinunciare a questa buona abitudine che ti fornisce già al mattino vitamine, sali minerali e fibre, non c'è miglior modo di iniziare la giornata. I succhi di arancia già pronti, non sono per me una soluzione ottima, sono pastorizzati, sono pieni di zucchero molto diluiti al 50 % ma spesso anche al 80%. Prova a guardare su Trashfood.com . Io ti propongo queste alternative .

  1. Primo consiglio è quello di variare le spremute basta poco aggiungi del centrifugato di uva, o carota, o fragola in modo da rendere meno monotona e più ricca la prima colazione.

  2. Non è un segreto che venti minuti prima di fare colazione la mattina può essere utile bere del succo di limone con dell'acqua calda, il limone è un concentrato di minerali e migliora il transito intestinale, ideale per rimettersi in sesto dopo una serata di eccessi.

  3. Dal momento che le arance sono disponibili fino a tarda primavera che coincide con l'arrivo della frutta di stagione come fragole ad aprile, ciliegie a maggio, albicocche a giugno, potresti sostituire la spremuta con una porzione di frutta fresca.

  4. Metà pompelmo rosa, perchè è più dolce di quello giallo, ha le stesse calorie dell'arancia più o meno, un buon contenuto di vitamina C e minerali, il mio consiglio però e di non spremerlo ma mangialo magari con un cucchiaino, cosi le fibre rimangono intatte.

  5. Un altra frutta molto ricco di Vitamina C è il kiwi, facile e pronto, certo in estate arriva dalla Nuova Zelanda non è italiano, ma può essere un alternativa invernale con i kiwi italiani, anche se i kiwi dal punta di vista dell'impatto ambientale risultano essere molto dannosi perchè è una pianta che consuma molto acqua.

  6. Un alternativa un po' originale? Un pomodoro meno Vitamina C ma più licopene che è un antiossidante.

  7. Hai la fortuna di abitare in Val Pusteria, ricca di frutti di bosco, è sufficiente fare una passeggiata per raccoglierne tantissimi, puoi benissimo sostituire durante il periodo estivo con una bella porzione di frutti di bosco, magari unito a un buono yogurt locale naturale.
Spero di esserti stato utile, ringrazio per l'aiuto delle risposte il mio amico Dr. Patrick Serog e salutami le montagne della valle Pusteria.

venerdì 6 giugno 2008

Vertice Fao a Roma sulla fame nel mondo, verso il fallimento

Oggi sono arrabbiato nero! Ho seguito in questi giorni il vertice Fao a Roma, un risultato deludente per il futuro delle Nazioni Unite. Un vertice unico nella storia di questa organizzazione, che vedeva più di 50 capi di Stato e di governo iscritti per discutere di soluzioni concrete per combattere il problema della fame, conseguenza dell' esplosione dei prezzi delle materie prime agricole negli ultimi sei mesi.

Ritengo che il risultato sia scandaloso, sarebbero bastate solo 3 decisioni importanti, mi sarei accontentato di una sola : 1) Il divieto di utilizzare i cereali per la produzione di biocarburanti. 2) Ritirare dal mercato azionario prezzi di alimenti di base e creare un sistema in cui il paese produttore negozia direttamente con il paese consumatore in modo da escludere la speculazione finanziaria 3) Le istituzioni tra cui il Fondo Monetario Internazionale, dovrebbero dare la priorità ai paesi poveri più a rischio per gli investimenti nel settore agricolo alimentare. La dichiarazione finale del vertice ha esortato i paesi membri di dimezzare il numero di persone che soffrono la fame entro il 2015. È questo un obiettivo assolutamente irreale, è la totale ipocrisia.

Nel settembre del 2000, Kofi Annan, Segretario generale delle Nazioni Unite, riunì i paesi membri delle Nazioni Unite a New York e stabilì i nuovi obiettivi del millennio per combattere la povertà, la fame. Tra il 2000 e il 2008, la fame, non è diminuita, anzi è aumentata. Secondo la FAO stessa, l'anno scorso sono stati 854 milioni di persone gravemente denutriti. Senza contare i 6 milioni di bambini che sono morti di fame, nei prossimi mesi 100 milioni di persone sono a rischio di malnutrizione grave con danni permanenti, a causa dell' esplosione dei prezzi.

I responsabili del fallimento sono: 1) Gli Stati Uniti e i suoi alleati Canada e Australia che hanno boicottato il Vertice 2) Le grandi società multinazionali del cibo, pensate che solo 10 società multinazionali hanno il controllo dell'80% del commercio mondiale d' alimenti, daccordo non sono la Croce Rossa ma possibile che non hanno responsabilità civile? 3) Le Nazioni Unite in particolare il segretario generale delle Nazioni Unite, che era incaricato di fare delle proposte concrete, che non sono state all'altezza delle aspettative di questo vertice.

L'ultima meraviglia : la dichiarazione finale fatta evidentemente a pancia piena. L'impegno di un testo con la dichiarazione d'intenti, di battere la fame nel mondo, peccato che nessuno dice come e sopratutto con quali mezzi. Che sforzo! C'è stato anche chi non l'ha firmata! Ho troppo rispetto per i miei lettori per dire dove e come i membri del vertice possono mettere il pezzo di carta con la dichiarazione!

mercoledì 4 giugno 2008

Nuovo trend: il comfort food, il trionfo della semplicità?

Dopo tutti questi anni duri, fatti di cucina molecolare, cucina etnica, cucina giapponese, finger food, sushi, il palato dei consumatori sente l'esigenza di sollievo e si sta orientando su una cucina più semplice, che ricorda il gusto e gli aromi dell'infanzia e della tradizione. Ricette e piatti che sanno dare un senso di benessere, sicurezza e gratificazione. Come mai? Le risposte sono molteplici, non c'è un solo motivo ma diversi come: la nuova crisi economica e alimentare mondiale, uno stile di vita iperattivo e stressante che spinge verso un bisogno di gratificazione per il palato, il desiderio di riconoscere i sapori che danno una forte idea di sicurezza, l'attenzione all'ambiente che spinge all'acquisto di prodotti stagionali a km. zero o per lo meno con minore impatto ambientale.

Cucina della nostalgia? Forse, ma il senso del gusto nasce nell'infanzia ed evidentemente un certo tipo di cibo che ci ricorda la nostra infanzia, che ci coccola, lo riconosciamo subito e lo sentiamo più vicino ai nostri desideri e alla nostra vita.
Una regressione del gusto? No, diciamo forse una pausa, un momento di riflessione, sopratutto per la cucina professionale, che ha visto accostare e sperimentare tutto con tutto. Si sono perse un po' le basi e i riferimenti del gusto e della cucina. Oggi quando vai in una trattoria di campagna, ti presentano una cucina destrutturata degna di Ferran Andria, se vai in una baita a 2000 metri, trovi cozze e vongole! Forse i ristoratori si sono dimenticati che il protagonista del ristorante non è lo chef ma il cliente e le sue aspettative. Quante volte sono stato guardato male nei ristoranti alla richiesta di pasta in bianco, di pollo arrosto con le patate!

In arrivo quindi questo nuovo trend, una cucina semplice, che fa bene alla mente e al corpo senza essere un prodotto salutistico ma semplicemente un cibo sano e gustoso. Semplicità non vuole dire superficialità o poca professionalità, fate attenzione, vuole dire sapere trovare gli ingredienti adatti a quelle preparazione, la corretta esecuzione, il giusto metodo di cottura, tutt'altro che banale, provate a fare una perfetta pasta al pomodoro o un' amatriciana e accontentare tutti i commensali! Semplicità non vuole dire omologazione, ognuno ha il suo "comfort food" di riferimento, sarà questo che spingerà alla personalizzazione dell'offerta che oggi è la chiave dello stimolo verso il consumo.

Una delle aziende che sembra abbia anticipato e voglia cavalcare questo fenomeno è Barilla, che nel nuovo piano di sviluppo, messo in "stand by" Alixir in attesa di un momento migliore, si concentrerà su due core business aziendali che meglio identificano il marchio Barilla: la pasta e le merendine. In particolare è proprio la pasta, che sposa questa nuova idea di comfort food, si sta infatti pensando di aumentare le referenze, con nuove linee di prodotto.

Un primo esempio è stato dato qualche anno fa con la linea i Piccolini Barilla , la pasta per i bambini coniato con uno spot da forte richiamo sulla famiglia, sulle relazioni familiari, sulla ricchezza d'emozioni e complicità che si crea all'interno della famiglia, tanto da sembrare più uno spot elettorale che una pubblicità di un prodotto, ma era simpatico e ben identificava il tipo di domanda che il prodotto andava a soddisfare.

Il comfort food, sembra toccare anche il packaging, in America vanno forte le uove presentate senza contenitore come se fossero appena uscite dal pollaio, pare che impulso di acquisto sia stato irresistibile! Si sta riscoprendo materiali per le confezioni che ricordano i prodotti degli anni '50 e '60, si quanto la pasta si vendeva sfusa e si metteva in sacchetti di carta. Aiuterà il comfort food oltre che a gratificare e coccolare anche a un minore impatto ambientale dei consumi?